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  • Immagine del redattoremichemar

Animal Kingdom (2010)

Aggiornamento: 14 ott 2021


Animal Kingdom

Australia 2010 gangster 1h53’


Regia: David Michôd Sceneggiatura: David Michôd Fotografia: Adam Arkapaw Montaggio: Luke Doolan Musiche: Anthony Partos Scenografia: Josephine Ford Costumi: Cappi Ireland


James Frecheville: Joshua 'J' Cody Ben Mendelsohn: Andrew Cody Joel Edgerton: Barry 'Baz' Brown Guy Pearce: detective Nathan Leckie Luke Ford: Darren Cody Jacki Weaver: Janine 'Smurf' Cody Sullivan Stapleton: Craig Cody


TRAMA: Rimasto solo, Joshua ‘J’ Cody è costretto a trasferirsi da sua nonna e dai suoi zii. È il violento ingresso di Josh nella vita adulta, che per lui sarà la vita del clan familiare: un clan di gangster pericolosi, i suoi zii, che rispettano solo la forza, come nel regno animale. Josh è ancora giovane e debole, e cerca di mantenersi ai margini. Ma quando la polizia, per vendetta, uccide il più vulnerabile dei suoi zii, lui si ritrova nel bel mezzo del conflitto, costretto a scegliere tra la propria famiglia e il rischio di doverla tradire. Ben presto Josh si rende conto che l'unico modo per sopravvivere è quello di imparare a giocare secondo le stesse regole spietate del suo clan.


Voto 7



Noir, che più noir non si può. Al confronto gli altri film di questo genere sbiadiscono e diventano blu. L’atmosfera si crea già solo dopo qualche sequenza anche per merito di una musica cupa che dà subito l’idea di quello che incombe sullo spettatore. Ogni personaggio riesce a portare la sua dose di malvagità ordinaria e ciò che ognuno di loro può fare da un momento all’altro sembra così normale che arriva ad essere quasi banale.



Tutto ruota attorno ad una famiglia in cui uccidere diventa prassi ogni volta che viene ritenuto necessario, sotto lo sguardo vigile e affettuoso di una mamma che è il vero boss. Lei sorveglia e protegge i figli, non fa una grinza quando apprende che è morta sua figlia solo perché ha litigato con lei per una banale discussione su una regola di un gioco di carte, muove i passi in funzione di quello che serve alla sopravvivenza della famiglia. Sorride, spalanca gli occhi di meraviglia quando serve una scelta dura, decide con freddezza e nonchalance.



Il personaggio principale però è suo nipote, Joshua, figlio appunto della sua figlia morta per overdose, che si ritrova in questa strana famiglia e per forza di cose e per sopravvivere si adegua all’andazzo: deve salvare la pelle, quindi si adatta. La tensione cresce lentamente nel corso della vicenda e l’epilogo ovviamente non può essere che tragico, ad opera del giovane Joshua (un bravissimo ed attonito James Frecheville) il quale è stretto nella morsa della scelta: mentire per salvare la pelle dalla vendetta della famiglia o fare giustizia da sé.



Una eccellente recitazione di tutti gli attori porta il film ad alti livelli, ma la vera sorpresa è Jacki Weaver nei panni della nonna-boss: una prestazione davvero ottima, che, a ben 62 anni, l’ha portata a 2 nominations, quella dei Golden Globe e degli Oscar. Bravissimo anche Guy Pearce nei panni di un detective calmo e riflessivo che cerca di fare giustizia e nel contempo salvare il giovane dalle grinfie della famiglia malavitosa, in quanto solo la sua testimonianza può far condannare questi assassini e far terminare la mattanza.




È veramente un bel film e può diventare un vero cult.



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