La regola del sospetto
(The Recruit) USA/Svizzera 2003 thriller 1h55’
Regia: Roger Donaldson
Sceneggiatura: Roger Towne, Kurt Wimmer, Mitch Glazer
Fotografia: Stuart Dryburgh
Montaggio: David Rosenbloom
Musiche: Klaus Badelt
Scenografia: Andrew McAlpine
Costumi: Beatrix Aruna Pasztor
Colin Farrell: James Douglas Clayton
Al Pacino: Walter Burke
Bridget Moynahan: Layla Moore
Gabriel Macht: Zack
Kenneth Mitchell: Alan
Mike Realba: Ronnie Gibson
TRAMA: James Clayton, giovane genio dell'informatica, viene notato dal reclutatore della CIA Walter Burke, che lo convince ad entrare a far parte dell'Agenzia. Durante i duri mesi di addestramento James saprà dimostrare di essere uno dei migliori aspiranti al posto di agente segreto, almeno secondo le necessità di Walter Burke. Dopo un test apparentemente fallito, James viene contattato da quest'ultimo, che gli affida la sua prima ed importante missione: investigare sulla collega Layla e sventare una possibile fuga di notizie, che si rivelerà essere un inganno. Il giovane rimarrà infatti invischiato fra sospetti e dubbi che lo porteranno a dubitare dello stesso Burke.
Voto 6
Una delle regole più facili e intuibili che uno spettatore appassionato di cinema di spionaggio abbia imparato sin da subito è che non ci si può fidare di nessuno, di mai credere alle apparenze. Tant’è che quando nella sterminata letteratura anche filmata un agente si è affidato ad un’altra persona si è trovato spesso nei guai.
In questa epoca in cui la prima linea di difesa di un paese, e cioè l'intelligence, è più importante che mai, questa storia da fiction apre uno spioncino per osservare l’agenzia più famosa del mondo, la CIA, per dare una ipotetica visione di come potrebbe essere dall’interno: come vengono reclutati i tirocinanti, come vengono preparati per il gioco di spionaggio e come imparano a sopravvivere. Per esempio, prendiamo il giovane protagonista di questa trama, James Clayton, che potrebbe non avere al primo sguardo le caratteristiche giuste per una recluta del genere ma siccome è un neolaureato brillante e intelligente, quasi un mago del computer, viene adocchiato da Walter Burke, che lo vuole ingaggiare nell'Agenzia. James considera l’offerta come un'alternativa intrigante alla solita vita ordinaria, ma prima di diventare un agente operativo, egli deve superare le prove del campo di addestramento segreto, dove le reclute come lui vengono modellate per entrare in azione. Burke lo mette alla prova ma il suo modo di fare sveglia sospetti nell’allievo e inizia a mettere in discussione il suo ruolo rispetto al suo mentore. È quello il momento in cui Burke lo sceglie per un incarico speciale in cui deve assolutamente scoprire chi è la talpa che sta operando tra di loro. Mentre la suspense si sviluppa verso un climax avvincente, diventa presto chiaro come le vecchie massime della CIA siano vere: "non fidarti di nessuno" e "nulla è quello che sembra".
Pian piano si scopre il carattere del nostro James Clayton e di come non ha mai saputo superare il trauma della improvvisa scomparsa del padre, dirigente di una compagnia petrolifera, ed è proprio su quella figura mancante che il reclutatore gli fa credere di conoscere molte cose. È, in buona sostanza, un sottile gioco psicologico, complicato anche dal fatto che il giovane s'innamora di una affascinante ma ambigua compagna di corso, che un buon mestierante – in senso del tutto positivo - come Roger Donaldson lavora consegnando allo spettatore un meccanismo oliato e godibile.
Indovinata risulta la scelta del duo al centro della scena: la faccia sempre perplessa di Colin Farrell e quella da vecchio marpione di Al Pacino, che quando deve assumere le espressioni mefistofeliche non lo supera nessuno.