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Lady Bird (2017)

Aggiornamento: 10 ago 2023


Lady Bird

USA 2017 commedia 1h34’


Regia: Greta Gerwig

Sceneggiatura: Greta Gerwig

Fotografia: Sam Levy

Montaggio: Nick Houy

Musiche: Jon Brion

Scenografia: Chris Jones

Costumi: April Napier


Saoirse Ronan: Christine 'Lady Bird' McPherson

Laurie Metcalf: Marion McPherson

Tracy Letts: Larry McPherson

Lucas Hedges: Danny O'Neill

Timothée Chalamet: Kyle Scheible

Beanie Feldstein: Julianne "Julie" Steffans

Odeya Rush: Jenna Walton

Jordan Rodrigues: Miguel McPherson

Marielle Scott: Shelly Yuhan

Lois Smith: suor Sarah Joan


TRAMA: Christine McPherson è un'ambiziosa e precoce liceale all'ultimo anno. Desiderosa di liberarsi del giogo della vita suburbana di Sacramento, sogna un'esistenza diversa in una città della costa orientale tra i grattacieli, i college e la cultura cosmopolita. Per essere accettata in un college, però, necessita anche di crediti extracurriculari quando decide di entrare a far parte di un club di teatro. Ciò porta nuova linfa alla sua vita sociale e a quella privata, segnata da una madre ipercritica e da un padre da poco licenziato.


Voto 7

Un bel film, delicato come possono essere solo i racconti di formazione delle ragazze, dei loro problemi di crescita e del rapporto emozionale con le altre persone, che siano familiari o amiche, nel periodo più difficile della loro maturazione. Un film scritto e diretto molto bene, con mano gentile, da quella ragazzona che è Greta Gerwig, non nuova a questi exploit ma qui in maggiore evidenza. Lei, nata proprio a Sacramento in California dove è ambientata questa storia, ha sempre avuto una certa predilezione per storie di questo genere, degli aspetti più particolari del mondo femminile, senza mai essere invadente, senza mai cercare cose eclatanti, anzi sempre parlando di storie comuni, di problemi concreti quotidiani della sfera femminile. Sia recitandovi (vedi Il piano di Maggie - A cosa servono gli uomini oppure Mistress America) sia firmandoli come sceneggiatrice e due volte come autrice completa, sempre con uno stile che è diventato molto personale, sottotono e intelligente. Anzi direi intelligentemente sottotono, senza però mai mancare di incisività e umanità.

E la scelta per il ruolo di protagonista per questa sua personale opera è caduta su un’attrice in forte ascesa e molto adatta alle sue sceneggiature, Saoirse Ronan (“siurscia”!), che ha in sé quelle doti necessarie per esprimere al meglio quell’aria timida ma volitiva delle donne delle sue storie. Ragazza che di talento ne ha da vendere, come la regista. Se in precedenza la Gerwig rappresentava giovani ragazze che cercano la propria via nella vita, che annusano l’aria del mondo che le circonda, che provano nuovi rapporti con l’altro sesso con circospezione, qui Christine, o “Lady Bird” come vuole farsi chiamare da tutti, compreso i familiari, è una vivace quasi diciottenne che non vuole sottostare alle scelte dei genitori e tra piccoli gesti di ribellione e timidi colpi di testa in ambito scolastico e non, è alla caccia delle sue scelte. E del suo futuro. Quel futuro ormai prossimo quando arriva il momento di scegliere il college, momento ovviamente importante e decisivo nella gioventù.


Come spesso ci narrano queste storie i genitori hanno notevole importanza nella decisione finale e Lady Bird ha due genitori con comportamenti differenti: la mamma dal carattere poco espansivo che fa fatica a mostrale i sentimenti di cui un’adolescente ha estremo bisogno, mentre il papà è molto affettuoso e fa da tramite fra le due donne, è il collante necessario nel tira e molla dei difficili rapporti tra madre e figlia. Per fortuna della ragazza e per fortuna nostra di spettatori loro non sono una coppia dipinta come oggetti estranei e antipatici, lontani dalla storia come due comparse, ma hanno invece un ruolo determinante ai fini della trama. La regista dedica loro molta attenzione così da poter conformare il carattere in maniera precisa fino a farli diventare a tutti gli effetti dei comprimari di primo piano. Due bei personaggi, come di rado accade nei racconti di formazione, a cui invece in questo caso vengono affidati due ruoli di spessore umano, uno a Tracy Letts (più noto come sceneggiatore: I segreti di Osage County (se cliccate c'è la mia recensione al proposito), Killer Joe e l’altro alla brava Laurie Metcalf. Da notare anche la presenza del sempre più in evidenza Timothée Chalamet, che ha il perfetto physique du rôle per il giovane bohémien che va controcorrente.

A parte va considerata ancora l’ottima prova della Ronan, bravissima a vestire i panni di una adolescente piena di sogni come deve essere a quella età, nonostante i suoi attuali 24 anni, ma in questo viene aiutata dal suo esile fisico e dal suo ovale che sembra ancora uguale al viso della ragazzina di Amabili resti e che invece seppe adeguare alla matura e responsabile giovane dell’eccellente Brooklyn. È sicuramente una ragazza che crescerà sempre di più artisticamente e la ammireremo ancora.


Un vero romanzo di formazione quindi con tutti i topoi del genere: dall’ambiente scolastico - nido di tutte le storie adolescenziali - a quello familiare dove ci si sente incompresi, al primo amore, fino alla scoperta del sesso e della problematica omosessuale. Uno buon film ben costruito, che scorre facendosi seguire con piacere. Segno che Greta Gerwig sa bene cosa e come raccontare: l’adolescente che deve imparare a camminare da sola e che da “Lady Bird “deve diventare per forza Christine McPherson, affrontando il futuro che l’aspetta, lasciando la provincia per la città.

Riconoscimenti

2018 - Premio Oscar

Candidatura per il miglior film

Candidatura per la miglior attrice a Saoirse Ronan

Candidatura per la miglior attrice non protagonista a Laurie Metcalf

Candidatura per il miglior regista

Candidatura per la migliore sceneggiatura originale

2018 - Golden Globe

Miglior film commedia o musicale

Migliore attrice in un film commedia o musicale a Saoirse Ronan

Candidatura per la migliore attrice non protagonista a Laurie Metcalf

Candidatura per la migliore sceneggiatura


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