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Terra e libertà (1995)


Terra e libertà

(Land and Freedom) UK/Spagna/Germania/Italia/Francia 1995 dramma 1h49’


Regia: Ken Loach

Soggetto: George Orwell

Sceneggiatura: Jim Allen

Fotografia: Barry Ackroyd

Montaggio: Jonathan Morris

Musiche: George Fenton

Scenografia: Martin Johnson

Costumi: Ana Alvargonzález


Ian Hart: David Carr

Rosana Pastor: Blanca

Frederic Pierrot: Bernard

Tom Gilroy: Lawrence

Icíar Bollaín: Maite


TRAMA: Spagna 1936. Un giovane inglese raggiunge le Brigate Internazionali per combattere contro le truppe franchiste. Si mescola con spagnoli, italiani, americani, francesi. Si innamora di Blanca, assiste al disgregarsi violento e dolorosissimo della solidarietà delle sinistre: i comunisti stalinisti da una parte e i comunisti del Poum e gli anarchici dall'altra. È soprattutto la storia di una rivoluzione tradita, annientata dalla politica del partito comunista russo dell'epoca.


Voto 7,5

Ambientato durante la guerra civile spagnola, il film segue le vicende di una piccola formazione partigiana e nello stesso tempo la storia d'amore che lega il protagonista, un giovane volontario inglese, ad una resistente spagnola. È in atto la rivoluzione di un popolo, altro argomento caro al mai arrendevole Ken Loach, girato in pieni anni ’90, periodo in cui si dedicava ai film che riguardavano storie di povera gente e soggetti rivoluzionari (infatti a questo seguirà il battagliero La canzone di Carla).

Il nostro grande regista è stato ed è certamente uno dei produttori più coerenti di film (tutti belli), soprattutto durante gli anni ‘80 e ‘90 e tutt’oggi continua, nonostante l’età, nel suo cammino. Con un curriculum evidenziato da titoli indimenticabili, Loach è riconosciuto come il tipo di regista che affronta le sfide senza tirarsi indietro. I suoi film provocatori e ricchi di idee sono sempre popolati da personaggi credibili e questo appassionante opera non fa eccezione. In questa occasione, tuttavia, Loach si è spostato fuori dal suo territorio familiare dell'Inghilterra moderna, riportando l'orologio indietro alla Spagna del 1936 per raccontare la storia di un gruppo che si oppose al generale Franco e ai suoi sostenitori fascisti.

Va osservato che la guerra civile spagnola fu come nessun'altra rivolta nella storia. Era un affare disordinato soprattutto tra le forze filocomuniste e pro-democrazia che combattevano tra loro invece di unirsi contro il loro nemico comune e fare così un fronte compatto. Questa mancanza di unità tra i lavoratori senza terra del paese portò alla vittoria di Franco, che era sostenuto sia da Mussolini che da Hitler. Alcuni, tra cui Ken Loach, furono del parere che l'influenza perniciosa del partito comunista sostenuto da Stalin favorì la divisione tra i rivoluzionari e portò, quindi, alla vittoria fascista.

Il film si apre nell'Inghilterra contemporanea con una giovane donna che legge i diari e le lettere del suo defunto nonno, che faceva parte della milizia repubblicana multinazionale che combatteva contro Franco. David (Ian Hart), un membro del Partito Comunista, era un disoccupato di Liverpool quando la Spagna lanciò la chiamata per il sostegno nella guerra contro il fascismo. Spinto dall'idealismo, egli lasciò sua moglie per unirsi a una divisione, piuttosto disorganizzata, di una delle tante milizie locali che lottavano per sconfiggere il dittatore. Mostrandoci la guerriglia porta a porta, i discorsi dei protagonisti ispirati dall’ideale comunista, ma anche i dubbi che li assalivano nei momenti di sconforto, anche perché spesso abbandonati al loro destino, e perfino le delusioni delle decisioni del lontano impero sovietico di quei tempi, il regista va avanti per la sua strada di artista e narratore politicizzato. Sempre con la sua passione in primo piano. Ci sono diverse scene di battaglia piene di grinta, ma, come in tutti i film di Loach, questo è spinto più dalle idee che da altro. È difficile che possano esistere altri film di guerra simili. Dopo che la milizia, per esempio, ha liberato una piccola città, si uniscono ai lavoratori locali in una lunga discussione sui pro e i contro della collettivizzazione e la discussione che ne segue, ricca e vivace, stabilisce i punti di forza intellettiva del film. Si notano tante scene in cui i personaggi parlano di argomenti importanti, come il motivo per cui dovrebbero rifiutare l'esercito comunista organizzato e perché non dovrebbero moderare i loro slogan solo per ottenere il sostegno di altre nazioni. La storia si svolge attraverso gli occhi del protagonista David e questo è il suo racconto e, come tutti i viaggi epici del cuore e dello spirito, coinvolge trionfo, tragedia, amore, passione e dolore. Diviso tra il sostegno alla resistenza organizzata e il continuare a far parte di una milizia isolata ma autonoma, egli prende la decisione che gli sembra la più sicura e coerente, salvo poi accorgersi, con suo sgomento, del motivo per cui il Generalissimo sta vincendo la guerra: gli stalinisti sono più interessati a sopprimere i veri combattenti per la libertà che ad opporsi ai fascisti. Nel frattempo si innamora di Blanca (Rosana Pastor), una focosa spagnola che ha già pagato un prezzo terribile nella guerra. Questa relazione costituisce il centro emotivo del film, ma, come ogni altra cosa cara a David, è messa in pericolo dalla sua indecisione a proposito di quale braccio rivoluzionario sostenere.

Loach dirige con mano abile e la sceneggiatura di Jim Allen è piena di piccole svolte imprevedibili. La violenza è usata con parsimonia ma in modo efficace, come quando una pistola scadente esplode in faccia a David mentre sta cercando di insegnare ai compagni come usarla. Una scena, alla fine del film, sottolinea la vera tragedia di quella che è stata, nelle parole di Loach, “la rivoluzione tradita” Innegabile che il regista racconti il film con chiari riferimenti alla nostra storia dell’oggi, con l’apatia dell’Occidente verso i veri e reali problemi della povera gente: il fuoco delle ideologie si va ormai spegnando dappertutto. Lui lo aveva intuito. Ci ricorda, inoltre, quale sia il prezzo per combattere per le convinzioni e il carissimo prezzo di essere abbandonati da presunti alleati durante quella lotta: difatti, i suoi piccoli eroi imparano quanto sia solitaria e difficile percorrere la strada dell’idealismo.

Importante aggiungere che il film è ispirato a ‘Omaggio alla Catalogna’ di George Orwell, che sono le cronache di quella guerra civile dello scrittore.


Qui Ken “il rosso” Loach è più militante che mai.

Riconoscimenti

1995 - Festival di Cannes

Premio FIPRESCI

Premio della giuria ecumenica

1995 - European Film Awards

Miglior film

1996 - Premio César

Miglior film straniero

1996 - Premio Goya

Miglior attrice rivelazione a Rosana Pastor


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