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The Rover (2014)

Aggiornamento: 5 nov 2019



The Rover Australia/USA 2014, noir, 1h43'


Regia: David Michôd Sceneggiatura: David Michôd Fotografia: Natasha Braier Montaggio: Peter Sciberras Musiche: Antony Partos Scenografia: Josephine Ford Costumi: Cappi Ireland


Guy Pearce: Eric Robert Pattinson: Rey Scoot McNairy: Henry Anthony Hayes: Serg. Rickofferson Gillian Jones: nonna David Field: Archie Susan Prior: dottoressa Tawanda Manyimo: Caleb Jamie Fallon: Colin


TRAMA: In un futuro prossimo fortemente pericoloso e disastrato, nel sud del deserto australiano, Eric si è lasciato dietro ogni cosa, persona e parvenza di gentilezza umana, quando una banda di criminali ruba l'ultima cosa ancora in suo possesso: l'auto dentro cui nasconde qualcosa che per lui è importante e di inestimabile valore. Costretto a lanciarsi in una spietata missione per riavere indietro ciò che gli appartiene, lungo la strada Eric sarà costretto ad accettare l'aiuto di Rey, il membro più debole e piccolo della banda, lasciato da solo in seguito al caos della rapina.


Voto 7


L’outback australiano non è solo l’immagine di cornice alla storia, non è la scenografia scelta dall’autore, non è solo la sabbia che calpestano i personaggi di questa tremenda storia. Anche loro, barba incolta, capelli tagliati male, denti neri, malnutriti, zombie vaganti per le strade polverose sono outback, come elementi essenziali di quel paesaggio. Siamo in un futuro non lontano, siamo a dopodomani, insomma, ma è un futuro post-economico e civile. In giro solo qualche auto, qualche cane affamato e individui piuttosto disperati, che vagano più per inerzia che per bisogno. E di cosa avrebbero bisogno, peraltro? Son tutti alla ricerca di una quiete che ormai non esiste più e la valuta locale, il dollaro australiano, non viene neanche più considerato carta moneta ma carta straccia e i pochi rivenditori che si possono incrociare lungo le strade polverose accettano solo dollari americani per fornire i passanti di lattine di benzina, sigarette, alcool di dubbia natura e possibilmente giovani donne ancor meglio se minorenni.


Quando al protagonista Eric, che si è fermato presso uno di questi simil negozi per bere qualcosa, un trio di banditi sbandati gli portano via la sua auto, questi non ci vede più dalla rabbia e si mette ad inseguirli per chilometri e chilometri e durante questa avventura incrocerà il fratello di uno dei tre, Rey, e se lo porterà con sé per farsi aiutare a rintracciarli. Tutto il film si sviluppa quindi su questa caccia e soprattutto sull’interrogativo che lo spettatore è costretto a porsi: ma Eric ci tiene così tanto alla sua auto oppure la spiegazione sta in cosa trasportava nel bagagliaio? È ormai una terra ed una Terra senza sentimenti e una vita senza scopo se non quello di sopravvivere e sembra davvero strano che ci sia ancora un uomo che tiene così tanto ad un oggetto o a qualcos’altro in esso contenuto. Eppure questo “rover”, questo vagabondo, vagabondo non meno o più degli altri che vagano per quella desertica campagna australiana, evidentemente ha ancora qualche affetto, non è proprio del tutto asciugato nell’animo come nel corpo, ormai rinsecchito, sporco e assetato. La voglia di riavere quello che gli è stato sottratto spingerà Eric a non mollare i banditi e solo quando li avrà raggiunti sapremo qual era la molla intima che lo spingeva, forse anche oltre i propri limiti.


David Michôd, dopo aver già sfornato l’eccellente Animal Kingdom, uno dei migliori noir degli anni scorsi, proietta quindi in un futuro prossimo la sua storia fatta sempre da gente con pochi scrupoli, che uccide senza pensarci troppo, nella stessa maniera nichilista che muoveva i gesti di quella inquietante famiglia dominata dalla mamma Jacki Weaver e ne viene fuori una trama ancora desolante di gente perduta. Basato sulla sceneggiatura sempre del regista e del suo sodale JoelEdgerton, è un film dai dialoghi asciugati ed essenziali, raccontato molto anche con gli sguardi obliqui dei vari strani personaggi che si incontrano e condito da un montaggio sonoro che dà continuamente l’idea di una continua minaccia incombente, perfettamente intonato nell’atmosfera dell’opera. Buonissimo noir, quindi, dove Guy Pearce ha a che fare con uno dei migliori ruoli da protagonista che gli siano stati affidati e se la cava egregiamente, mentre Robert Pattinson dà un’ulteriore prova della sua crescita professionale.



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